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Normativa condominio

Normativa condominio

La Normativa e il Condominio

impugnare sentenza condominiale

Il singolo condomino è legittimato ad impugnare la sentenza?

Se il merito della controversia riguarda il diritto o meno di usare il bene comune, l’organo rappresentativo, l'amministratore di condominio, non priva i singoli condomini del potere di agire in difesa dei diritti connessi alla loro partecipazione


Il proprietario di due locali commerciali, situati al piano terra di un edificio condominiale, vuole apporre un’insegna collocandola sulle architravi perimetrali dell’edificio. Il Condominio, in persona dell’amministratore, nega l'autorizzazione e il proprietario dei locali promuove ricorso innanzi al Giudice di Pace, che accoglie la domanda, abilitando il proprietario a effettuare l’installazione. Un condomino promuove appello, ma il Tribunale di Venezia lo dichiara inammissibile per carenza di legittimazione a impugnare in capo al singolo condomino, che non è stato parte del giudizio di primo grado. Il condomino promuove ricorso per Cassazione avverso la pronuncia del Tribunale.

Con la Sentenza n. 4991/2012, la Suprema Corte accoglie il ricorso.

Essendo in discussione i diritti e le facoltà che si riconnettono al diritto di comproprietà dei condomini sulla parte comune, il Tribunale avrebbe dovuto riconoscere la legittimazione ad appellare del singolo condomino, in luogo dell’amministratore che era stato parte nel giudizio di primo grado, e ciò in base al principio secondo cui nel condominio di edifici, che costituisce un ente di gestione, l’esistenza dell’organo rappresentativo unitario non priva i singoli condomini del potere di agire in difesa dei diritti connessi alla loro partecipazione, né quindi del potere di avvalersi dei mezzi di impugnazione per evitare gli effetti sfavorevoli della sentenza pronunciata nei confronti dell’ amministratore stesso che vi abbia fatto acquiescenza (Cass., Sez. II, 6 agosto 1999, n. 8479; Cass., Sez. II, 21 gennaio 2010, n. 1011; Cass., Sez. III, 18 febbraio 2010, n. 3900; Cass., Sez. III, 16 maggio 2011, n. 10717).